di Veronica Zerbo
BRONTE | In Sicilia sono numerosissime le manifestazioni a carattere religioso che si svolgono coinvolgendo in modo tutt'altro che semplicemente folcloristico la popolazione; tra le più conosciute le celebrazioni che avvengono in occasione della Settimana Santa, in particolare il Venerdì. La più famosa di queste è la processione degli incappucciati che si svolge ad Enna, non meno suggestive se ne svolgono in altri piccoli centri, come la manifestazione del Signore delle Fasce a Pietraperzia o, appunto, la sacra rappresentazione del Venerdì Santo a Bronte, a cui ogni anno partecipa migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo. I brontesi ed i numerosi forestieri che si ritrovano insieme lungo il corso principale e nelle altre stradine percorse dalla processione, a piedi scalzi, urlando il nome del Signore e di Maria o in rigoroso silenzio, rivivono ogni anno con religiosità e commozione sempre nuove emozioni e riflessioni interiori. Già dal mattino, dappertutto è silenzio, le campane non suonano perché sono state «legate» il giovedì. In segno di tristezza si può ascoltare solo il suono legnoso della troccola e dei tamburi. La sacra rappresentazione, organizzata da quasi tutte le chiese e delle confraternite di Bronte si sviluppa secondo una successione temporale che ripercorre i momenti più significativi e drammatici della Crocifissione, è stata definita una delle processioni più complesse ed arcaiche. Anche l’ora d’inizio viene curata infatti si cerca di rispettare all'incirca l'ora nona, ora nella quale gli Evangelisti scrivono che il Cristo morì sulla croce. I preparativi sono già verso la fine, con trepidazione si aspetta domani pomeriggio, poiché giovani anziani bambini, si ritrovano sotto le vare dove non esistono più differenze sociali economiche etniche ma si è uniti in un estrema riflessione.
Giovedì 28 marzo 2013
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