Redazione Online
CATANIA| Momenti di tensione si sono vissuti questa mattina all’ arrivo dell’ istanza di rigetto per il comune di Catania, che non è stato individuato dall’ Ufficio della Procura fra le parti offese nel giudizio penale a carico di Maurizio Borzì che si terrà il prossimo 23. 01. 2013 . Caso che nasce il 30 maggio 2012 quando un imprenditore Francesco Carlino che si stava occupando del montaggio delle cabine nella spiaggia libera numero uno che il comune di Catania fa montare durante l’estate, è stato raggiunto da cinque colpi di pistola. A sparare, sarebbe stato Maurizio Borzì, anche lui imprenditore, arrestato con l’accusa di tentativo di omicidio, grazie al tempestivo intervento dei carabinieri che si trovavano in zona. Secondo indiscrezioni, Borzì, avrebbe premuto il grilletto, perché aveva perso l’appalto per la costruzione delle cabine, che invece si era aggiudicato Carlino.
Per questo e i continui attacchi vandalici insistentemente consumati la scorsa estate sulle spiagge gestite dalla Italia grandi eventi il comune di Catania si era dichiarato parte civile affianco l’ imprenditore Carlino, a cui aveva dimostrato un ulteriore prova di vicinanza partecipando lo scorso dicembre alla conferenza stampa con cui venivano assegnati cinque mila euro a due associazioni che operano a Librino. Dopo che nei mesi successivi alla sparatoria, l’imprenditore aveva lamentato la totale assenza delle istituzioni.
In una intervista pubblicata a novembre dal quotidiano La Sicilia dichiarava: «Lotto per rimettere in piedi l’attività. Le banche e i clienti mi stanno massacrando. Il sindaco non mi ha chiamato e il Comune mi deve pagare per i lavori del 2011, circa 140 mila euro. Oggi mi è arrivata una lettera dalla federazione italiana tennis che mi chiede, dopo 14 anni di organizzazione degli internazionali al Foro Italico, il rimborso di 20mila euro spesi per liberare le aree dalle strutture dell’ultima edizione, mentre io ero in coma all’ospedale e altri 75mila euro di penale». Franco Carlino, oggi fuori pericolo, dopo due mesi di coma, porta ancora i segni dei colpi di arma da fuoco che lo hanno raggiunto e gli rendono difficile camminare come prima. Ma con la tenacia e la forza di chi lotta per avere giustizia va avanti e si prepara alla prossima udienza.
Martedì 22 gennaio 2013
© Riproduzione riservata
1027 visualizzazioni