di Raffaele Musumeci
GIARRE | Fu una spedizione punitiva, in piena regola, quella avvenuta lo scorso 23 gennaio nelle campagne di Giarre. Una roba d’altri tempi, anacronistica rispetto al 2013, con un furto di bestiame sfociato nel sangue. Come nel far west.
La vendetta matura dopo che Salvatore Buda, pastore di 47 anni, aveva sottratto a un altro allevatore del posto dei capi di bestiame. La vittima del furto, invece di rivolgersi alle forze dell’ordine, aveva preferito rivolgersi a piccoli malavitosi locali, che hanno «sistemato» la faccenda alla loro maniera. Uccidendo Buda, e facendone sparire il corpo.
E chissà per quanto tempo ancora il cadavere dell’allevatore sarebbe rimasto nascosto, se uno degli assassini, Salvatore Musumeci, pregiudicato di 39 anni di Giarre, non avesse confessatu tutto ai carabinieri di Calatabiano il pomeriggio stesso, rivelando il luogo dove il cadavere era stato nascosto, ovvero lo stesso ovile di Buda. Le forze dell’ordine, così, erano riuscite a trovare il corpo del pastore. Ma Musumeci aveva raccontato ai Carabinieri che l’omicidio era avvenuto a seguito di una lite. La realtà emersa dalle indagini, invece, è ben diversa.
Sarebbero stati in sei a costituire la «spedizione punitiva» contro Buda. Sei assassini che all’alba di ieri, su mandato della magistratura catanese, sono stati assicurati alla giustizia.
Mercoledì 17 luglio 2013
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