di Raffaele Musumeci
CATANIA | Dovranno essere processati per i reati di truffa aggravata in danno della provincia di Catania tre membri dell’assemblea provinciale etnea. Lo ha stabilito la Procura distrettuale catanese, dando così compimento agli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza tra palazzo Minoriti e via Nuovaluce.
I tre consiglieri rinviati a giudizio sono Gianluca Cannavò, capogruppo del Pdl alla Provincia, ma già dimessosi quando gli è stato notificato l’avviso di garanzia, Antonio Danubio e Sebastiano Cutuli dell’Udc, tutti e tre eletti nel collegio di Acireale.
Secondo le accuse, i tre consiglieri provinciali avrebbero “attestato rapporti di lavoro inesistenti o compensi per posizioni lavorative diverse da quelle realmente ricoperte, al fine di lucrare il rimborso per permessi retribuiti”. In pratica, l’Ente Provincia erogava alle ditte in cui risultavano lavorare i consiglieri provinciali delle somme per compensare le assenze dei membri dell’assemblea. Maggiore era la carica ricoperta dal consigliere all’interno dell’azienda, maggiore era il rimborso.
Secondo la procura, i tre consiglieri avrebbero di fatto mentito sul loro effettivo rapporto di lavoro con le ditte in cui risultavano assunti, con lo scopo di ottenere rimborsi “gonfiati”. Il danno per la Provincia (soldi pubblici, e quindi pagati con le tasse dei contribuenti) sarebbe di 70mila euro per Cutuli, di 170mila per Danubio e di ben 240mila per Cannavò.
Archiviata invece la posizione di altri tre consiglieri provinciali: Antonio Rizzo, Consolato Aiosa e Maurizio tagliaferro, nonché di alcuni collaboratori di Gianluca Cannavò che avrebbero rivelato le carte false che il consigliere provinciale avrebbe fatto per ottenere una qualifica superiore a quella effettivamente ricoperta.
Mercoledì 10 luglio 2013
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