Politici «sporcaccioni» non conoscono o non vogliono conoscere la legge

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Catania | A pochi giorni dalle prossime elezioni tante polemiche

Politici «sporcaccioni» non conoscono
o non vogliono conoscere la legge

Il Codacons etneo lancia delle provocazioni, un test per valutare le persone da eleggere

di Veronica Zerbo

Manifesti selvaggi
Manifesti selvaggi

CATANIA | A pochi giorni dalle elezioni che decreteranno il prossimo nove e dieci giugno il nuovo sindaco della città di Catania ed i componenti del Consiglio Comunale, in città si assiste ad uno spettacolo indecoroso con i muri imbrattati da manifesti elettorali. Nessun colore politico per gli «sporcaccioni» etnei, che in maniera trasversale (che siano di destra, sinistra o centro, ndr) imbrattano i muri catanesi affiggendo i loro santini elettorali. Le leggi che regolamentano l’affissione selvaggia esistono, ma in realtà non sono quasi mai ottemperate.

LA LEGGE DICE | Dal 30° giorno antecedente le elezioni è, infatti, vietata ogni forma di propaganda elettorale figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico (striscioni, drappi, cartelli stradali, poster, scritte sui muri). L’unica propaganda figurativa ammessa a carattere fisso è quella costituita dalle affissioni sugli appositi spazi: propaganda a mezzo di stampati. Per quanto riguarda il volantinaggio, dal 30° giorno antecedente le elezioni è vietato il lancio o il getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico. È invece, ammessa la distribuzione dei volantini, consegnandoli nelle mani dei passanti o inserendoli nelle buche delle lettere. E invece neanche l’incisiva campagna della polizia municipale, che ha verbalizzato i manifesti affissi fuori dagli spazi consentiti, elevando anche numerose multe, ha bloccato gli aspiranti politi di tutti gli schieramenti nell’operazione «manifesto selvaggio».

IL CODACONS | Il Codacons etneo, ha quindi deciso di rivolgere un invito a tutti i cittadini affinché possano tener conto in negativo di chi non ha rispetto per le aree pubbliche, nel momento dell’esercizio del loro diritto di voto. L’appello del Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori è, dunque, quello di non dare fiducia a chi «con ignoranza, non ha a cuore l’ordine ed il rispetto della propria città». E inoltre chiedono «un test di culturale generale per la selezione degli stessi, al fine di salvaguardare la qualità delle persone scelte dalla cittadinanza».

Giovedì 30 maggio 2013

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