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CATANIA | Un traffico di droga dalla Spagna a Catania passando per Caserta. Tutto controllato dal clan mafioso catanese dei Cappello-Bonaccorsi, è stato scoperto dalla Squadra Mobile di Catania che la scorsa notte ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di diciasette persone, in collaborazione con la squadra mobile di Napoli, Caserta, Modena e Perugia. In passato, il traffico di droga era stato guidato da Sebastiano Fichera, assassinato in un agguato di mafia.
LA SUCCESSIONE DEL POTERE | A lui erano poi succeduti, secondo gli inquirenti, Antonio Aurichella, 33 anni, e i fratelli Santo e Domenico Querulo, di 35 e 44 anni. Per la procura i tre, avrebbero favoreggiato Cosa Nostra, perché ritenuti affiliati alla cosca Cappello-Carateddi. Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini, i catanesi avevano tentato di estromettere i campani del cartello di Secondigliano nell'acquisto delle partite di cocaina provenienti dalla Spagna, per evitare di pagare ai «cartelli» di camorra napoletani, e importare la cocaina solo al modico prezzo di di euro 42 - 43.000 al kg . La penisola iberica era solo una tappa del narcotraffico, che partiva dal Sudamerica.
TRENTA CHILI DI COCAINA | A Catania arrivavano trenta chili di cocaina pura ogni 15 giorni, droga che veniva acquistata ad un prezzo variabile tra i 43 e i 47 mila euro al chilo. La droga serviva a rifornire il mercato catanese e veniva tagliata con la percentuale di uno a tre: i chimici triplicavano il peso finale della cocaina. Alle indagini della Squadra mobile hanno contribuito i pentiti Vincenzo Fiorentino e da Gaetano D'Aquino. Quest'ultimo, in passato ha raccontato che i campani, gli spagnoli e i catanesi comunicavano tramite sms e per evitare di essere decodificati utilizzavano un linguaggio a sfondo sentimentale. Tra i finanziatori del clan dei Bonaccorsi «carateddi» specializzato nel traffico della droga c'era pure Giuseppe Bosco da un mese scarcerato su ordine del Tribunale della libertà per reati di stupefacenti: è figlio di un imprenditori della ristorazione molto noto a Catania. L'indagini è iniziata con il sequestro, nel giugno del 2009, di 30 chili di cocaina e 4 pistole, e dall'arresto, in quell'occasione, di Rocco Saverio Lo Sasso, inteso «Malrboro» che fermato durante l’operazione Bisonte, presso il casello autostradale di San Gregorio, trasportava a bordo di un autoarticolato 30 panetti di cocaina, del peso complessivo di oltre 30 kg, nonché 4 pistole semiautomatiche cal. 7,65. Secondo gli investigatori le armi erano un «omaggio» dei Marano, gruppo scissionista di Scampia, al clan catanese dei Cappello, uno dei loro migliori clienti. La droga e le armi furono trovate dai poliziotti nel sottofondo di un rimorchio di un Tir, che nominalmente trasportava agrumi ed era guidato da un napoletano incensurato, che fu arrestato.
Gli arrestati sono:Mercoledì 29 maggio 2013
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