I settanta lavoratori della S.I.M.E.I in sciopero per non perdere il lavoro

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Catania | S.I.M.E.I. azienda importante del catanese per illuminazione pubblica e privata

I settanta lavoratori della S.I.M.E.I
in sciopero per non perdere il lavoro

La Fiom, Fillea, Cgil chiedono un intervento urgente alla prefettura

Redazione Online

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CATANIA | « I lavoratori continueranno la loro protesta assistiti dai rappresentanti di Fillea e Fiom per esprimere la loro forte preoccupazione, e per preannunciare ulteriori azioni di lotta per scongiurare qualsiasi ipotesi di perdita di posti di lavoro e chiedono con forza l’impegno da una parte della azienda per il saldo delle spettanze arretrate e dall’altro delle istituzioni locali per garantire i livelli occupazionali ». Sottolinea il segretario della Fillea di Catania Claudio Longo. 

I 70 lavoratori della S.I.M.E.I. s.p.a. di Misterbianco, da ieri sono in sciopero con un sit-in permanente nella sede di strada Cardillo 24, che si è protratto anche nella giornata di oggi 1 febbraio 2013 a partire dalle ore 6,30 del mattino. I lavoratori lamentano il mancato pagamento degli stipendi a partire dal mese di settembre ( quest'ultima mensilità è stata saldata lo scorso dicembre) e gravi ritardi dei pagamenti dei lavori eseguiti per la pubblica amministrazione, in particolare il comune di Catania per conto della quale l’azienda ha realizzato diversi impianti di illuminazione pubblica anni orsono; nonostante ciò, il comune di Catania non ha ancora pagato il lavoro eseguito. La società opera nel campo degli impianti di illuminazione pubblica e privata ed è una delle più importanti committenti. Per questo l’ Enel periodicamente ha assegnato alla s.i.m.e.i. lavori di notevole entità. Da tempo le commesse da parte dell’Enel tardano ad essere assegnate; ciò ha indotto l’azienda a ricorrere alla cassa integrazione ordinaria per 30 lavoratori, mentre altri 20 dipendenti sono addirittura posti in regime di cassa integrazione straordinaria. La Fiom, Fillea, Cgil, di Catania hanno trasmesso una nota alla prefettura a cui è stato chiesto un intervento urgente.

Venerdì 1 febbraio 2013

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