Redazione Online
CATANIA | Ieri mattina una delegazione di lavoratori dei call center Outbound ha manifestato davanti la Prefettura così come preannunciato nei giorni scorsi. Sotto accusa le grandi committenti dei call center Wind, Vodafone, Tim e Telecom, Enel, Tre, che continuano a delocalizzare i loro servizi e i lavoratori Catanesi ne pagano le spese. Il lavoro di vendita contrattuale, di interviste telefoniche, di indagini di mercato, viene portato all'estero: in primis in Albania, Romania, Marocco e Algeria.
Il problema, già messo in evidenza nei mesi scorsi dalla Cgil di Catania, mette a rischio oltre duemila posti di lavoro nel Catanese. All’incontro con il prefetto c’erano il segretario generale della Cgil Angelo Villari, il segretario del Nidil Giuseppe Oliva e i segretari confederali della Camera del lavoro Giacomo Rota e Giovanni Pistorio.
Nella piattaforma di Nidil e Cgil firmata da Oliva e Pistorio, viene chiesto di: « Intervenire presso il Ministero dell’Interno ed il Ministero delle attività produttive affinché in materia di concessioni governative vengano inseriti appositi vincoli per il trattamento dei dati sensibili dei cittadini italiani trattati all’estero, in maniera tale che siano assicurati adeguati livelli di tutela . In tema di trattamento dei dati personali dei cittadini italiani , così come le banche dati relative a liste di utenti italiani, che sono in possesso dei call center localizzati al di fuori del territorio nazionale e/o degli stati membri dell’Unione Europea, chiediamo che venga vietato quando l’ordinamento del paese di destinazione o di transito dei dati non assicura un livello di tutela delle persone adeguato. Considerato che quotidianamente e per la volontà delle aziende committenti titolari di concessioni governative attraverso il processo di delocalizzazione delle attività di call center verso paesi terzi all’Unione Europea ( Albania, Bosnia, Croazia, Macedonia, Marocco, Moldavia, Tunisia, etc.) è continuo e che i livelli di tutela dei dati personali non vengono assicurati si propone l’inserimento di un apposito vincolo nelle concessioni governative». E ancora:« A causa dei processi in atto, nel territorio della provincia di Catania, laddove sono stati occupati con successo migliaia di lavoratori impiegati nel lavoro dei call center si rischia il tracollo occupazionale. Pertanto si chiede che vengano contattate le grandi committenti del settore delle telecomunicazioni (Teletù, Tim, Wind , Vodafone, Tre), dell’energia elettrica (Enel) delle pay tv (Mediaset Premium e Sky) e dei servizi (INPS) affinché vengano quantomeno riconfermati , a parità di condizioni contrattuali e nell’assoluto rispetto dei parametri di qualità, gli stessi volumi di lavoro del 2012 e ciò al fine di mantenere gli stessi volumi occupazional i».
Venerdì 1 febbraio 2013
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