di Raffaele Musumeci
RIPOSTO | «Ci hanno rubato la macchina». Hanno esordito così i due giovani ripostesi che si sono presentati alla caserma dei carabinieri, mercoledì mattina, per denunciare il furto della loro Smart. L’automobile, a loro dire, era stata trafugata il pomeriggio del giorno prima. Ma il furto, in realtà, non c’era mai stato: si trattava di un ingenuo tentativo di depistare le indagini: i due ragazzi, infatti, sapevano di essere stati intercettati da una pattuglia dei Carabinieri proprio martedì pomeriggio; non sapevano, però, di essere stati riconosciuti.
I due, in realtà, stavano tornando da un «blitz» ai danni di un ristorante ripostese, davanti al quale avevano lasciato una bottiglia piena di liquido infiammabile con una richiesta di denaro. Sulla via del ritorno, avevano incrociato i Carabinieri, e temendo che si potesse risalire a loro e al loro atto intimidatorio attraverso l’auto, hanno avuto la bella pensata di inscenarne il furto.
Troppo tardi: i Carabinieri che li avevano visti il martedì sera li avevano anche riconosciuti, in quanto si trattava di facce conosciute dai militari dell’Arma per essere stati implicati in altre faccende poco chiare. A far quadrare il cerchio, la denuncia, arrivata nel pomeriggio, da parte del ristoratore che aveva trovato biglietto e bottiglia davanti al proprio esercizio.
Per i due, un 26enne incensurato e un 23enne con precedenti giudiziari, sono così scattate le manette, e sono stati subito portati nella casa circondariale di piazza lanza a Catania, con l’accusa di tentata estorsione in concorso.
Giovedì 11 luglio 2013
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