di Raffaele Musumeci
CATANIA | I pugni e le sberle non bastavano più. L’ha presa a calci. A morsi. Ancora una volta, il «mostro» si nascondeva in casa, in un’abitazione del rione di Nesima. Lui, un uomo di 27 anni, lei la sua vittima, 24 anni appena, e un matrimonio finito forse già prima di cominciare, visto che l’uomo si era rivelato un violento con la sua compagna fin dai primi anni del fidanzamento.
Credendo nel ritornello del «prima o poi cambierà», la storia era però proseguita. Fino al matrimonio. Fino al concepimento di un figlio. Ma l’atteggiamento del fidanzato prima, del marito poi, del padre infine, non è mai cambiato. Le botte continuavano. Anche mentre la ragazza era in gravidanza.
L’ultimo atto, lo scorso mese di aprile, quando le violenze domestiche si sono fatte talmente feroci da costringere la ragazza al ricovero in ospedale, con una prognosi di 30 giorni per lesioni. E che lesioni.
I medici che l’hanno curata, infatti, hanno riscontrato segni di pugni e calci, ma anche di morsi, inferti su tutto il corpo. Così è scattata, finalmente, la denuncia, conclusasi con l’emissione da parte della procura della Repubblica, di un ordine di arresti domiciliari per il marito violento. Da scontare, si spera, in una casa diversa da quella della moglie.
Per lui, le accuse sono di violazione degli obblighi di assistenza familiare, maltrattamenti in famiglia, lesione personale gravi, tentato omicidio.
Giovedì 11 luglio 2013
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