Pericolo per i servizi di cura all’infanzia e i servizi agli anziani non autosufficienti

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Catania | il rischio è alto per quei finanzimenti importanti

Pericolo per i servizi di cura all’infanzia e i
servizi agli anziani non autosufficienti

Fondi di milioni di euro che potrebbero permettere di aiutare l’anziano
che non arriva a fine mese e ai i più piccoli che hanno difficoltà di vivere
con dignità

di Veronica Zerbo

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CATANIA | Plemiche e timore per Catania che rischia di perdere quasi diciassette milioni di euro di finanziamenti destinati a servizi all’infanzia e agli anziani. Denaro da spendere in città e provincia, se in tempi brevi non sarà raggiunta un’intesa tra Asp, distretti sociosanitari e i comuni capifila per ottenere i fondi. La denuncia arriva in maniera unitaria da Cgil, Cisl, Uil che con le rispettive federazioni dei pensionati Spi, Fnp e Uilpensionati, lanciano l’allarme per i fondi del Pac, il Piano di Azione Coesione. Si tratta di un piano avviato dall’ex ministro Barca, d’intesa con la Commissione europea, per accelerare l’attuazione di programmi finalizzati a favorire la coesione tra le regioni dell’Unione Europea riducendo le disparità esistenti.  

GLI INTERVENTI PREVISTI SONO DUE | I servizi di cura all’infanzia e i servizi agli anziani non autosufficienti. Al primo servizio è stato assegnato alla Sicilia un finanziamento pari a 38,4 milioni, al secondo servizio 41,6 milioni. Per Catania e provincia, ci sono 8,2 milioni per gli anziani e 8,7 per l’infanzia; per il solo distretto D16, quello che comprende: Catania, Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, si parla di un investimento complessivo di 5,72 milioni. Fondi che potrebbero permettere di aiutare l’anziano che arranca a causa di una pensione che non gli permette di arrivare a fine mese, così come anche i più piccoli. In questo quadro, si inserisce l’iniziativa dei sindacati catanesi per riavviare la contrattazione territoriale con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, i nove distretti socio-sanitari della provincia e i rispettivi comuni capifila. Dal momento dell’accordo, una volta che i progetti saranno stati presentati con le linee-guida emanate dalla Regione, bisognerà dimostrare di aver rispettato alcuni requisiti minimi attraverso la presentazione dei necessari documenti. Ci saranno appunto poi da questo momento sei mesi di tempo per renderli esecutivi. Per accedere alle risorse, i distretti devono presentare all’Autorità responsabile del programma un piano di intervento di rafforzamento dei servizi. Il segretario generale della Cgil, Angelo Villari chiede più fatti e meno parole: «è il momento di mostrare la giusta sensibilità per i servizi sociali, che non sono più adeguati a una società civile.

RISORSE PREZIOSE | Questi fondi, che sono aggiuntivi, allora devono essere usati perché ci sia un’integrazione sociale all’altezza, altrimenti i sindacati metteranno in campo azioni di protesta e lotta, perché non si può perdere un’occasione del genere in un momento così drammatico. È il rilancio della contrattazione territoriale. Per Marco Lombardo della Fnp Cisl si tratta di un’occasione per pensare a un nuovo patto sociale, «un nuovo welfare locale, da contrattare anche con le prossime nuove amministrazioni comunali,specifica, una questione arrivata all’emergenza per i tagli dovuti alla revisione della spesa che si ripercuote su fasce sociali svantaggiate sempre più ampie».

Martedì 21 maggio 2013

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