Catania | il xv congresso della camera del lavoro
Alla presenza del Segretario generale Susanna Camusso si è parlato di lavoro e sviluppo
di Giuseppe Maria Tinnirello
“E adesso cosa farà?”. “Mi metterò a disposizione. Ma ora seguiamo l’elezione del nuovo segratario”.
Così Angelo Villari, segretario generale uscente della Cgil catanese ha risposto ieri pomeriggio quando il XV congresso della Camera del Lavoro era ormai alle battute finali.
Sono le 14,30 quando i delegati si riuniscono per votare il direttivo: votanti 152, favorevoli 147. Centoquattro delegati che mezz’ora dopo eleggeranno, con 95 voti favorevoli su 101 votanti, il nuovo segretario generale della Camera del Lavoro, il quarantacinquenne Giacomo Rota; un passato alla Filt, il sindacato dei trasporti. “Punterò al mantenimento dell’unità di questo gruppo dirigente. Ringrazio il segretario generale uscente Angelo Villari per quanto ha fatto per la Camera del Lavoro di Catania – sono le prime parole del neosegretario – sono certo che potrà avere un importante ruolo di dirigenza politica che porterà un grande valore aggiunto a tutto il centrosinistra”. Villari non si esalta e preferisce stare coi piedi per terra. Lo si capisce dalla sua relazione pronunciata senza enfasi giovedì 13, primo giorno di lavori congressuali, alla presenza del Segretario generale, Susanna Camusso. Angelo Villari alle parole preferisce i dati. Nudi e, purtroppo, crudi. Parla di disoccupazione l’ancora segretario Angelo Villari, e snocciola i dati del report sulla Sicilia della Fondazione Curella. La disoccupazione è balzata al 20,9% come effetto del periodo recessivo a far data dal 2008, e la percentuale dei giovani e delle donne senza un lavoro è arrivata toccare la soglia del 50%, che tradotto in numeri vuol dire 67mila occupati in meno nell’anno appena passato. Non andrà meglio quest’anno in cui si prevede un aumento della disoccupazione di un altro punto percentuale (22%). Il famigerato Pil, prodotto interno lordo, per il 2014, stando ai dati diffusi dall’Istat, è in calo di un punto, che tradotto anche qui in numeri significa che ci saranno dai 25 ai 30mila posti di lavoro in meno. Sembra che l’annus horribilis sia stato proprio l’appena archiviato 2013, il peggiore dal 1997: un quarto di secolo. In un solo anno i senza lavoro sono aumentati di quasi mezzo milione – in totale 3milioni e duecentomila unità – che è una cifra astronomica se si pensa che dal 2008, anno che si prende a riferimento da quando è scoppiata la crisi, quelli che non lavorano sono aumentati complessivamente di un milione. Ma Villari non si lascia abbattere e al parterre di amministratori locali lancia segnali positivi, come quando fa riferimento alla Edison Web, la società di informatica nata a Mirabella Imbaccari nel 1995 specializzata in software per la gestione di reti informatiche e l’interazione con gli utenti, esempio tangibile di come si possa fare impresa anche qui nel profondo sud.
È sempre stata questa l’idea di sviluppo di Angelo Villari, fare attività produttiva, creare lavoro senza bisogno di assistenzialismo. E il pensiero non poteva non andare alla vertenza Micron, la multinazionale americana con un site nella zona industriale di Pantano d’Arci a Catania, che per delocalizzare la produzione a Singapore licenzia 127 tecnici specializzati: “Fare passare questo disegno – dice Villari – significa accettare implicitamente lo smantellamento del polo della microelettronica che noi consideriamo strategico per il futuro del nostro territorio. Anche perché – soggiunge il sindacalista – la Commissione europea considera strategica la microelettronica per tutta l’Unione e conseguentemente assicurerà incentivi ed investimenti”. Insomma, non possiamo farci scappare il treno, è l’idea di Villari. D’altronde l’idea dell’Etna Valley, una sorta di Silycon Valley al pesto di pistacchio, nacque proprio sull’onda dell’innovazione e dell’hi-tech.
Si sente forse un po’ il salto di generazione rispetto all’intervento del segretario nazionale della Cgil Fabrizio Solari, ma l’idea di fondo non cambia quando Solari dice che “il core business del sindacato è la contrattazione, che dobbiamo riscoprire, perché c’è la gente in carne ed ossa che ha bisogno di qualche risultato oltre che di qualche conforto. Bisogna prendere atto che il mercato non ce la fa e cambiare rotta”. Sull’unico vero sviluppo Solari non ha dubbi: “È quello degli anni ’60 perché figlio delle partecipazioni statali, l’unico legittimo, perché ad esempio con l’Enel lo Stato ha nazionalizzato l’energia”.
Tanti a vari gli interventi fino a quello conclusivo del neosegretario, Giacomo Rota, che ha anticipato la mission della “sua” Cgil, con le vertenze di tutti i settori che continueranno ad assorbire la maggior parte delle energie del più grande e rappresentativo sindacato italiano dei lavoratori.
Sabato 15 marzo 2014