Catania | non sono cattivi, non conoscono amore ma solo terrore
Visto quanti amano gli animali potrebbe esserci un destino diverso
di Veronica Zerbo
CATANIA | Dopo anni di tentativi l'Ente protezione animali, prova a risolvere la situazione scrivendo al sindaco Stancanelli, al Prefetto di Catania, al Direttore generale Asp 3, all'Assessore delegato al randagismo del comune di Catania.
LETTERA | «Cani che da anni, loro e la loro stessa progenie, vivono in condizioni estreme che li conducono verso debilitazioni fisiche e mentali che spesso sfociano nei casi di branchi, in vere e proprie bande». E continua «Da anni si registra sul viale Tirreno e viale Adriatico un branco che ha messo i residenti nelle condizioni di non transitare più lungo queste vie pur di non rimanere vittime delle aggressioni dei cani stanziati da cosi tanti decenni da essere il terr»itorio radicato, oseremmo dire, nel loro DNA. I residenti usano un cancello di un privato che ne ha concesso il transito per muoversi da una parte all'altra del territorio. L'ultima aggressione è del primo giorno di questo mese di Marzo. I cani vietano ai residenti di vivere la loro zona e adesso siamo stati chiamati perché parrebbe che qualcuno vorrebbe fare giustizia personale. Quei cani devono rimanere incolumi e con loro anche le persone. Da un pò di tempo un nutrito branco si è formato al Centro Commerciale Porte di Catania. Cani che la fame, come per tutti gli altri purtroppo, spinge a cercare cibo magari spaventando le persone o magari attaccando altri animali domestici dilaniandoli davanti alla clientela.Alla Plaia presso una struttura di proprietà del Comune, una costruzione lercia, fatiscente, sporca, in disuso nell'area delle Fiere adiacente al Palaghiaccio, si è riunito un branco di circa quaranta cani, malati affamati e parrebbe microchippati e sterilizzati a nome del Comune di Catania. Strana coincidenza che vuole questo gran numero di cani del Comune residenti in una struttura di proprietà dello stesso Comune. Ai confini di Catania sulla via Nuovalucello si aggira un branco che si rinnova trimestralmente di nuovi individui (ci perdoni ma per noi sono tali), stanno ai confini tra San Gregorio, Tremestieri e Catania. In questi anni sono rimasti vittime delle peggiori barbarie tra cui sevizie, torture varie o utilizzati come cavie per allenare i cani da combattimenti ed anche avvelenamenti. Questo inverno abbiamo persino trovato dei topi morti nella loro acqua. Per loro ci siamo mossi in tanti e tutti siamo unanimi nel gridare la vergogna. Ci adoperiamo nel cibo ma sono state tante le cattiverie perpetrate su di loro da rendere vani i tentativi di prendere almeno i cuccioli. Sono diffidenti e se ne stanno alla larga dall'uomo. Lo stesso dicasi per i cani di San Giorgio, i cani di Librino, i cani dei villaggi, ecc. ecc... Cani che hanno necessità di cure, di essere sterilizzati, di essere riconosciuti come esseri viventi con i loro diritti. Animali che vedono anche calpestato il loro diritto ad avere un Canile. In virtù di quanto sopra attendiamo un suo immediato intervento e degli Organi che leggono per conoscenza, ognuno per le proprie competenze.»
Considerando quanti amanti degli animali esistono in Sicilia questi cani potrebbero avere un destino diverso se solo esistesse un buon canile dove andarli a prendere.
Lunedì 27 maggio 2013