Maletto | accusati quattordi dipendenti comunali per assenteismo

I dipendenti accusati si difendono

«Non abbiamo rubato ore al comune»

«Ci difenderemo perché siamo innocenti, abbiamo già un legale»

di Veronica Zerbo

Comune
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MALETTO | Lo scandalo che da qualche giorno risuona nelle strade di Maletto, un piccolo paesino etneo di 4.029 anime, non accenna a volare via. Come un mega polverone sta investendo tutti i dipendenti accusati e le loro famiglie, e nel paese si scontrano pareri e opinioni sull’accaduto. Le forze dell’ordine hanno reso pubbliche le immagini degli impiegati mentre timbravano i cartellini e questo alimenta ancora di più il chiacchiericcio in ogni angolo del paese.

A difendersi dalle accuse i dipendenti feriti nell’orgoglio, che alcuni di loro al microfono di alcuni giornalisti, hanno dichiarato:«Ci difenderemo perché ci consideriamo innocenti. In alcune delle ore in cui siamo stati accusati di assenteismo, eravamo invece, al lavoro. Infatti tra noi c’è chi ha il compito di essere a disposizione anche fuori dell’edificio comunale e quando esce non deve timbrare il cartellino. Ci sono delle foto che ci ritraggono? Forse qualcuno sarà andato un attimo a casa per assumere un farmaco e per un emergenza ma è tornato subito a disposizione. Ci accusano di aver rubato 25 ore di lavoro al nostro Comune? Noi rispondiamo che ogni anno facciamo circa 150 ore di lavoro straordinario che il Comune non paga. Siamo pronti a difenderci ci siamo già rivolti ad un legale. Stanno oltraggiando la nostra serietà e mettendo in difficoltà le nostre famiglie davanti gli occhi di tutti». E a difesa di qualcuno che accompagna i figli a scuola si sente: «L’istituto scolastico è a 20 metri dal Comune». Non dimentichiamo però che nell’inchiesta c’è chi andava a far la spesa e chi addirittura in campagna, ma soprattutto quello che maggiormente la gente sottolinea è che in momenti di crisi come questo chi ha un lavoro, soprattutto in un ente pubblico, dovrebbe assumere un atteggiamento irreprensibile. Per martedì il sindaco Pippo De Luca che ha la delega al Personale, riunirà la commissione disciplinare, composta dal segretario e dai capi area, per verificare le condizioni per eventuali provvedimenti.

Il parroco padre Salvatore Maggio è amareggiato per l’accaduto: «Chi ha sbagliato, non credo lo abbia fatto con l’intento di truffare l’Ente. Semmai è stato superficiale, credendo che in una piccola comunità certe cose siano lecite. Ma sul posto di lavoro, invece, le regole vanno rispettate e grande rispetto nutro nel lavoro della Magistratura. Mi auguro che quanto accaduto ci aiuti a crescere nella giustizia e nella verità». La vicenda però sembra essere solo all’inizio, e nei paesi vicini già si sente qualcuno chiede controlli uguali, per svelare, se c’è, qualche furbo.

Lunedì 18 marzo 2013