OTTANTASETTESIMA ASSEMBLEA DEI. SOCI INDUSTRIALI DI CONFINDUSTRIA

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Aci Sant'Antonio | Un bilancio tra crisi e voglia di ripresa

OTTANTASETTESIMA ASSEMBLEA DEI
SOCI INDUSTRIALI DI CONFINDUSTRIA

Da un lato i buoni risultati dell’andamento associativo, dall’altro i vincoli sempre più pesanti imposti dalla congiuntura economica e da scelte di governo ostili allo sviluppo

Redazione Online

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ACI. S. ANTONIO | Un bilancio tra crisi e voglia di ripresa. Ciò che il presidente degli industriali di Catania, Domenico Bonaccorsi di Reburdone, ha tracciato oggi  all’assemblea privata dei soci, svoltasi presso la Sifi di Aci. S. Antonio,  a poco più di cento giorni dalla sua riconferma alla guida degli imprenditori etnei. Da un lato i buoni risultati dell’andamento associativo, dall’altro i vincoli sempre più pesanti imposti dalla congiuntura economica e da scelte di governo ostili allo sviluppo.

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AVANZO DI GESTIONE E CRESCITA ASSOCIATIVA | C’è soddisfazione per il risultato di gestione conseguito nel 2012, in avanzo per l’undicesimo anno consecutivo, ma anche perché Confindustria Catania, con 1036 imprese associate e oltre 26 mila dipendenti, è diventata la prima territoriale della Sicilia e del Mezzogiorno, scalando la classifica nazionale delle associazioni confindustriali dal 18° al 14 ° posto . La media occupazionale è di 53 addetti per impresa e di 26 per unità locale.

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SOSTEGNO ALLE IMPRESE | «Il nostro è un impegno continuo al fianco delle aziende che vogliono investire e crescere» , ha ricordato Bonaccorsi , Come il caso dello sportello associativo sulle reti, che sta supportando per esempio la nascita del primo contratto rete nel settore food tra primarie aziende della sezione alimentare di Confindustria, o di «ImprendiCatania», l’iniziativa per la creazione di impresa dei Giovani imprenditori, che ha già dato il via al finanziamento di due start up innovative. Buone pratiche a sostegno della crescita arrivano anche dal «memorandum of understanding», sottoscritto con le aziende del distretto farmaceutico di Toyama (Giappone), con il quale l’associazione punta a stringere accordi per facilitare l’attrazione di investimenti nel territorio. Nella direzione del sostegno alle imprese, si iscrivono anche gli accordi realizzati con i principali istituti bancari del territorio.


PROTOCOLLO APPALTI E CERTIFICAZIONI ANTIMAFIA | Non è mancata poi l’azione a supporto della legalità con la sottoscrizione di un nuovo protocollo con la Prefettura di Catania, insieme all’Ance, per impedire le infiltrazioni criminali nell’ambito degli appalti per l’ampliamento del carcere di Caltagirone. Anche in materia di certificazioni, l’associazione ha avviato un confronto permanente con la Prefettura di Catania per facilitare l’applicazione delle disposizioni che fanno riferimento al nuovo «Codice Antimafia».


RELAZIONI INDUSTRIALI | Dalla sinergia instaurata con le organizzazioni sindacali, un dialogo che punta ai risultati. In questo contesto si inquadra l’accordo territoriale sulla detassazione delle retribuzioni dei lavoratori, sottoscritto proprio nei giorni scorsi da Confindustria Catania e dalle organizzazioni sindacali . «Una misura utile,  per il presidente Bonaccorsi, perché va nella direzione di un abbattimento del cuneo fiscale e restituisce potere d’acquisto ai lavoratori».


ALLA CIG LE RISORSE SOTTRATTE AI FONDI Ue DELLA SICILIA | «Pur consapevoli dell’emergenza sociale che colpisce il Paese»,  ha rilevato Bonaccorsi, è preoccupante che per la copertura della cassa integrazione in deroga siano stati utilizzati 250 milioni di euro prelevati dai fondi per la produttività (che dovranno essere rifusi); oltre 246 milioni di euro provenienti dai fondi interprofessionali, creati con la contribuzione di imprese e lavoratori; e 288 milioni di euro dalla riprogrammazione dei fondi Ue 2007/2013 destinati alle quattro regioni dell’obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Quindi, «soldi nostri», ha rimarcato il presidente degli industriali , «sottratti agli investimenti e allo sviluppo».


FINANZIARIA REGIONALE |  Malcontento e preoccupazione riguardano provvedimenti depressivi come quelli adottati nel settore delle acque minerali e delle cave, o il decreto regionale che ha sestuplicato i canoni di concessione del demanio marittimo. Un provvedimento, quest’ultimo, contro il quale l’azione dell’associazione è stata tempestiva e decisa. «Se venisse attuato, è stato sottolineato, si condannerebbero a morte centinaia di imprese». Ma pesa, più in generale, ha rilevato Bonaccorsi, «l’assenza di una vera politica industriale, capace di orientare lo sviluppo in modo duraturo». Così come «rappresenta un vincolo forte per le imprese anche l’inefficienza della macchina burocratica».


PAGAMENTI DELLA PA | Plauso, con riserva, invece, per lo sblocco parziale dei pagamenti derivanti dai crediti vantati dalle aziende verso la Pa.  «Sono 41, specifica Bonaccorsi, i comuni della provincia di Catania ammessi alla procedura sblocca debiti che li esclude dal rispetto del patto di stabilità e che quindi potranno provvedere a pagamenti per un totale di oltre 48 milioni di euro».


IMU | Urge una revisione organica della tassazione sugli immobili. Imprescindibile, per Bonaccorsi, è la necessità di ridurre l’aliquota applicata dal comune di Catania che porta l’onere complessivo al 10.6 per mille.


FISCO E CREDITO | «La pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e sulle imprese ha superato ogni limite di ragionevolezza, logicità economica e sopportabilità», ha aggiunto Bonaccorsi.  Il che tende a scoraggiare ogni investimento. Anche la stretta creditizia è particolarmente avvertita dalle piccole e medie imprese , ha rilevato, «Siamo di fronte ad una vera e propria erosione del credito, rispetto alla quale chiediamo alle banche di avere più coraggio nel sostenerci».

LA CITAZIONE DI LUIGI EINAUDI | Quindi, l’invito di Bonaccorsi alle imprese catanesi a non arrendersi e progredire,   citando Luigi Einaudi:  «…migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli, è la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarne spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi…».

Mercoledì 29 maggio 2013

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