Catania | undicesima tappa del roadshow nazionale

Impresa 4.0, intesa fra Confindustria e Comune

Protocollo per digitalizzare le pmi catanesi

Il Digital Innovation Hub sarà nella zona industriale di Pantano d'Arci. Biriaco (Confindustria): "La mancanza di digitalizzazione ci costa 2 punti di pil"

di Giuseppe Maria Tinnirello

La firma del protocollo d'intesa: da sinistra Biriaco, Catania e Bianco
La firma del protocollo d'intesa: da sinistra Biriaco, Catania e Bianco

Digitalizzare le imprese per creare un ponte tra il mercato che già c’è e quello che necessariamente dovrà arrivare, se si vuole annullare il gap tra le intelligenze presenti nel territorio e i sistemi di produzione 4.0, che viaggiano a velocità diverse. Di questo si è parlato questa mattina a Palazzo degli Elefanti. L’incontro di oggi, che ha visto alternarsi negli interventi il presidente di Confindustria digitale, Elio Catania, il sindaco Enzo Bianco e il vicepresidente vicario di Confindustria Catania, Antonello Biriaco, ha costituito l’occasione per fare il punto sul livello di digitalizzazione della Sicilia, ma il vero obiettivo dell’undicesima tappa del roadshow sull’Impresa 4.0 è stata la firma del protocollo d’intesa che prevede l’avvio, nella zona industriale di Catania dove verrà ubicato, del primo Digital Inniovation Hub della Sicilia. “La realizzazione della rete dei Digital Innovation Hub rappresenta il centro della strategia con cui intendiamo tracciare la via italiana a Industria 4.0 ha detto Elio Catania –. Da questo punto di vista la nascita a Catania di uno dei primi DIH del Sud è un passaggio fondamentale che come sistema confindustriale siamo impegnati a sostenere per raggiungere la più ampia platea di piccole e medie impese”.

L’appuntamento di oggi rientra nel piano straordinario del governo che punta a mobilitare investimenti per oltre 10 miliardi di euro. “Il Digital Innovation Hub dovrà diventare un punto di riferimento per aiutare concretamente le imprese siciliane a compiere i passaggi necessari per accedere alle nuove tecnologie, alle competenze e alle risorse – ha tenuto a precisare il presidente di Confindustria Digitale Catania – si tratta di una grande opportunità per avviare un processo di trasformazione competitiva dell’economia dell’isola, in cui l’innovazione diventa fattore di crescita, valorizzando e mettendo a sistema i molti talenti e le imprese di eccellenza già presenti sul territorio”.

"Un primo passo verso un cambio di paradigma dell'economia – ha spiegato il vicepresidente vicario di Confindustria Catania Antonello Biriaco – il nostro compito è quello di far comprendere anche alle piccole imprese che la trasformazione digitale è allo loro portata”. Ma non per questo lesina critiche agli imprenditori siciliani, Biriaco, che sul campo della digitalizzazione ancora arrancano: “La mancata digitalizzazione delle nostre imprese ci costa due punti di pil, serve un'onda d'urto che coinvolga in modo trasversale soggetti pubblici e privati diretta ad abbattere il nostro gap tecnologico e culturale – afferma il vicepresidente di Confindustria –.” È un dato di fatto che quello della certezza degli investimenti è un punto fermo per qualsiasi impresa, a maggior ragione per le pmi, e ancora di più in Sicilia dove il tessuto imprenditoriale è costituito per il 97% di aziende con meno di dieci dipendenti, e parte del gap nell’informatizzazione delle imprese deriva dalla struttura del tessuto produttivo siciliano, decisamente sbilanciato sulle piccole dimensioni e su settori a minore utilizzo di tecnologia ICT come il commercio, i trasporti o i servizi professionali. “I nostri piccoli e medi imprenditori – continua Biriaco – già da lunedì mattina tornando in azienda devono sapere che tutto questo si può realizzare, per questo stiamo firmando questo protocollo d’intesa.

Va però anche rilevato che tra i dati dell’osservatorio EY-Confindustria sull’innovazione digitale ce n’è uno che spicca su tutti: la Sicilia è al secondo posto in Italia per livello di digitalizzazione delle scuole (lavagne multimediali nelle aule e siti web), mentre lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini presenta ancora margini di miglioramento.

"Non ci sarà ripresa vera in Italia – ha sottolineato il sindaco di Catania Enzo Bianco – senza quel Sud che ha un'enorme potenzialità di crescita. Catania, il più grande Comune italiano non capoluogo di regione, vivendo d'industria e commercio ha dunque pagato in maniera pesante la crisi. Ma ha nel proprio dna di Città sempre ostinatamente ricostruita dopo terremoti ed eruzioni, la vocazione tipicamente imprenditoriale alla sfida, al cambiamento e all'innovazione. Stiamo migliorando il sistema aeroportuale Catania-Comiso, il maggiore del Sud, e il Porto, con la nuova darsena. Spenderemo 14 milioni nel Patto per Catania per riqualificare la Zona Industriale mettendola in sicurezza sotto il profilo idrogeologico, rifacendo strade e illuminazione e realizzando una Caserma dei Carabinieri”. Proprio nella zona industriale, dov’è presente il fiore all’occhiello della silicon valley etnea, la multinazionale STMicroelectronics, nascerà quindi il 'Digital Innovation Hub'. E l’intervento di Carmelo Papa, a capo del site di Pantano d’Arci e amministratore delegato di STMicroelectronics Italia sta lì a dimostrare che le potenzialità ci sono con le due linee più innovative nel settore della microelettronica in Italia.
Alla tappa catanese del roadshow, realizzata con il sostegno di Retindustria, sono intervenuti oltre  all’amministratore delegato di STMicroelectronics Italia, Carmelo Papa, il presidente di Ibm, Enrico Cereda,  il presidente di Almaviva,  Alberto Tripi, il vicepresidente di Siemens e membro della task force di Federmeccanica, Roberto Zuffada, il direttore di Assoconsult, Giovanni Benedetto e il direttore tecnico di EY Antonino Marici. Esempi di successo nel territorio sono stati illustrati da Santi Finocchiaro, presidente di Dolfin Spa e da Antonio Fronterrè, responsabile Operations di Parmon, che hanno già avviato nelle loro imprese un articolato percorso di trasformazione digitale.

Venerdì 17 marzo 2017